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Prove di realtà

È ormai condiviso a livello teorico come la competenza si possa accertare facendo ricorso ai cosiddetti compiti autentici, perciò questa nuova realtà deve entrare a far parte della didattica quotidiana di ogni docente.
Il compito autentico è una normale attività della vita reale in cui si utilizzano tutte le capacità acquisite e la creatività per risolvere un problema vero. Gli alunni lavorano in gruppo, ricercano informazioni, le  analizzano, le studiano, le valutano, risolvono problemi, utilizzano le conoscenze che possiedono e ne sviluppano di nuove e necessarie per svolgere il compito.
Per progettare un compito autentico è sufficiente pensare a un problema reale da risolvere, a un’attività che potrebbe accadere nella realtà.
Il pieno coinvolgimento di tutti gli alunni e il loro sentirsi protagonisti sono gli ingredienti più importanti per una positiva realizzazione del compito autentico.
Nella progettazione dei compiti autentici bisogna fare attenzione a non considerare l’abilità come sinonimo di competenza. L’abilità infatti è la capacità di svolgere semplici attività che sono delimitate nella durata e circoscritte nello scopo, mentre la competenza è l’esecuzione di un’attività complessa che richiede, come già detto, risorse cognitive, conoscitive e personali da poter combinare in modi e tempi diversi.

Secondo le Linee Guida della Circolare del  MIUR n.3 del 13.02.2015, a partire dalla Scuola dell’Infanzia e per l’intero percorso scolastico, gli allievi sono chiamati a utilizzare competenze e saperi, associati alle diverse materie, in situazioni definite, contestualizzate e ricalcate suesperienze che si possono presentare nella vita di tutti i giorni.

Il compito di realtà:

  • propone compiti che ci si trova ad affrontare nel mondo reale, sia personale che professionale;
  • pone problemi complessi, adeguati ovviamente all’età dello studente, ma aperti a diverse interpretazioni, risposte e scelte;
  • non ha mai una risoluzione unica e definita, ma può essere svolto da diverse prospettive e punti di vista;
  • non si può risolvere con poco tempo: solitamente vengono associati a ogni compito giorni o settimane;
  • è pensato per essere svolto in gruppo, quindi uno dei requisiti fondamentali per la risoluzione è la collaborazione;
  • adotta una prospettiva multidisciplinare: non si tratta di mettere in campo conoscenze di una sola materia, ma di saper selezionare le informazioni e ragionare in modo completo e critico;
  • avrà un prodotto finale, che verrà valutato dall’insegnante o dagli insegnanti.


La prova di realtà affronta quindi, una situazione problematica, complessa e nuova, quanto più possibile vicina al mondo reale, da risolvere utilizzando conoscenze e abilità già acquisite e trasferendo procedure e condotte cognitive in contesti e ambiti di riferimento moderatamente diversi da quelli resi familiari dalla pratica didattica. Pur non escludendo prove che chiamino in causa una sola disciplina, privilegiare prove per la cui risoluzione l’alunno debba richiamare in forma integrata, componendoli autonomamente, più apprendimenti acquisiti. La risoluzione della situazione-problema (compito di realtà) viene a costituire il prodotto finale degli alunni su cui si basa la valutazione dell’insegnante.

 

Esempi di prove di realtà

 

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