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Il festival Legalitria approda ad Alberobello. “Lo Stato dimentica i testimoni di giustizia. La mafia no”

“Lo Stato dimentica i testimoni di giustizia. La mafia no”
Il festival LegalItria approda ad Alberobello con lo spettacolo 'Denuncio tutti'. Lea Garofalo, del Collettivo teatrale Prisma.

Il 2 maggio, sette classi dell’IISS “Basile Caramia – F. Gigante” di Alberobello hanno assistito al primo evento cittadino del festival “LegalItria”, cioè allo spettacolo teatrale 'Denuncio tutti', su una testimone di giustizia, Lea Garofalo.

La donna, sotto protezione dal 2002, aveva deciso di testimoniare su estorsioni, narcotraffico e faide interne alla ‘ndrangheta, la mafia calabrese. Aveva parlato soprattutto del conflitto tra la sua famiglia e quella del suo ex compagno, Carlo Cosco, entrambe appartenenti alla stessa organizzazione malavitosa, dicendo tutto ciò che sapeva, denunciando tutti, per garantire un futuro migliore a sua figlia Denise. Con la ragazza aveva iniziato una nuova vita, sino a quando, nel 2006, si era vista estromessa dal programma di protezione. Lo Stato dimentica i testimoni di giustizia, la mafia no. Da tempo Carmine Cosco meditava vendetta. L’occasione arriva nel 2009, quando Lea viene rapita, torturata, uccisa e al suo corpo viene dato fuoco perché bisogna sbarazzarsi del cadavere. Ma il coraggio di Lea germoglia in Denise, che denuncia il padre. La sentenza di secondo grado arriva nel 2013, quando Cosco, assieme ad altri tre complici, è condannato all’ergastolo, mentre a Carmine Venturino, uomo di Cosco ed ex fidanzato di Denise, vengono dati 25 anni di carcere. Gli studenti hanno conosciuto questa triste storia seguendo un monologo dell’attrice Barbara Grilli, che ha interpretato la stessa Lea Garofalo guidata dal regista Giovanni Gentile, anche autore del testo. “Questo spettacolo è frutto di 3 anni di ricerca e di studi della compagnia e ha lo scopo di far conoscere la ‘ndrangheta nel suo aspetto peggiore” ha detto il regista dopo la rappresentazione, quando, assieme a Barbara Grilli, ha risposto ad alcune domande degli studenti su aspetti che li avevano colpiti in modo particolare. Così è emerso che lo spettacolo scuote allo stesso modo gli spettatori, a prescindere dal fatto che siano del Nord o del Sud, e che per conoscere la vita del personaggio attrice e regista sono andati anche a Petilia Policastro, il paesino calabrese dove Lea abitava e dove ancora oggi vive sua sorella, Marisa; hanno parlato con lei, sono diventati amici, hanno appreso tante cose impossibili da sapere altrimenti. Ad esempio che Lea era un’appassionata di musica, soprattutto di quella di Rino Gaetano: non a caso l’ultima canzone dello spettacolo è “A mano a mano”, del celebre cantautore calabrese, ma non mancano anche “Tunnel of love” dei Dire Straits e “Gli angeli” di Vasco Rossi. Sempre seguendo le domande dei ragazzi, attrice e regista hanno precisato che la figlia di Lea e Carlo, Denise, adesso è in un programma di protezione, quindi non si può sapere dove lei sia o cosa faccia, ma è a conoscenza di questo loro spettacolo, del quale ha ricevuto un dvd tramite la zia Marisa. Alla presenza di quest’ultima è avvenuto il debutto dello spettacolo a Bari, evento particolarmente emozionante per Barbara Grilli, che sente tutta la responsabilità di farsi portavoce di una forza femminile così fuori dal comune, di interpretare una figura tanto grande “da diventare quasi epica”, come ha affermato Gentile. La compagnia predilige un teatro impegnato, portando in giro per l’Italia non solo lo spettacolo su Lea Garofalo, ma anche quelli su Aldo Moro e Palmina Martinelli, altra giovane vittima della mafia, questa volta pugliese. Tutti i ragazzi coinvolti hanno apprezzato l’evento: difatti hanno applaudito calorosamente alla fine dello spettacolo e sono stati attenti e partecipi durante il dibattito finale. Far riflettere i giovani su temi legati alla mafia attraverso il teatro è sicuramente una formula vincente, quindi ben vengano eventi come questo.

Mauro Corbascio, 3^ Aa

 

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